Uno straordinario recital ha chiuso la rassegna ‘Pour le Piano’ svoltasi domenica 4 maggio alle 18 nel Salone degli Specchi.
Pina Napolitano, pianista in carriera sia concertistica sia discografica che si sta ulteriormente perfezionando nell’Accademia Mezzogiorno Musicale di Taranto nella classe di Bruno Mezzena. Questa giovane artista di grande caratura si è prodotta in un succulento programma dedicato alla Seconda Scuola di Vienna.
Dopo la presentazione del Presidente dell’Accademia Nancy Barnaba e la chiara ed esaustiva introduzione all’ascolto del Direttore Franco Mezzena, la pianista ha iniziato la sua performance con i tre Klavierstücke op. 11 di Arnold Schoenberg, appartenenti al periodo atonale del grande compositore Viennese, eseguendoli con grande espressività e centrando perfettamente il carattere profondamente malinconico e quasi sinistro che traspare in tutta l’opera raggiungendo il culmine espressivo nel secondo pezzo. L’esecuzione delle difficili Variazioni op. 27 di Anton von Webern è stata impeccabile sia sotto il profilo interpretative che formale. Suono bellissimo e cristallino, perfezione tecnica, chiarezza di intenti ed uso del pedale eccellente hanno reso facile all’ascolto uno dei brani più complessi del repertorio pianistico, che spesso viene bistrattato da interpretazioni di stampo effettistico e da lettura scorretta. Un brano geniale che come ha sottolineato il M° Mezzena, racchiude in se diversi secoli di musica, un diamante perfetto insomma. I cinque Klavierstücke op. 23, prima opera veramente dodecafonica di Schoenberg, molto difiicili sia per l’esecutore, sia per l’ascoltatore sono stati eseguiti da Pina Napolitano con grande lucidità e pulizia di intenti. Il carattere, totalmente diverso dall’op. 11, è emerso grazie ad un’interpretazione più asciutta e con una gamma infinità di sonorità, che ha fatto percepire le intenzioni dell’autore fin nei minimi dettagli.
A chiusura del recital, rigorosamente eseguito a memoria, la splendida Sonata op. 1 di Alban Berg, il più conservatore dei tre grandi Viennesi, ma non per questo meno interessante. Offerta in un’esecuzione piena di pathos, trascinante, pur nel più profondo rispetto della forma e del testo. Una sonata spesso volgarizzata da interpretazioni di stampo rapsodico che ne rovinano la struttura monolitica e il fascino che da questo ne deriva.
Ottima scelta dell’Accademia Mezzogiorno Musicale che ha portato finalmente nella nostra città un programma che é sempre più difficile ascoltare, spesso per la paura di non avere pubblico da parte degli organizzatori. Pubblico numeroso di musicisti, pittori e semplici appassionati che ha ascoltato con grande attenzione e nel silenzio più assoluto Pina Napolitano, tributandole calorosissimi e meritati applausi. Un fuori programma brahmsiano, ottimamente eseguito, ha chiuso definitivamente la serata.
Taranto Oggi C.L.